Happy Birthday, Lou Reed di Stefano Bianchi

lou_reed-full.jpgOggi per te è un “Perfect Day”, caro Lou. Hai compiuto 70 anni e non fai nulla per nasconderli. Una ruga sull’altra, una dopo l’altra, come fossero 70 vite. La prima te la sei divorata in un attimo, quando avevi 25 anni e intonavi “I’m Waiting For The Man” ed “Heroin” nel paradiso tossico dei Velvet Underground. La seconda, di vita, te l’ha restituita David Bowie: avevi 30 anni, pensavi di essere arrivato troppo presto al capolinea e Ziggy ti ha sussurrato “hey honey, take a walk on the wild side”. Ne avevi 31, quando con “Berlin” ti sei viziosamente lasciato smarrire, nei sensi e nell’anima. 33, quando con “Metal Machine Music” hai annichilito tutto ciò che fino a quel momento era rock trasformando la tua vita in un ossessivo, claustrofobico “feedback”. A 34 anni, all’improvviso, ti sei tramutato in un atipico “crooner” palpeggiando con “Coney Island Baby” melodie purissime, e hai di nuovo azzerato tutto nella sublime “stupid music” di “Rock & Rool Heart”. E com’eri Lou-Reed-on-stage-In-Brus-001.jpgcinico e “punk”, 36enne, al Bottom Line di New York, quando come un Lenny Bruce dei bassifondi hai sadicamente torturato il tuo repertorio infilandolo dentro “Take No Prisoners”. I tuoi 37 anni, invece, li hai festeggiati al rintocco di “The Bells” mentre il trombettista Don Cherry tinteggiava di jazz il tuo umore nerofumo. Gli Anni ’80, caro Lou, non hai fatto altro che calpestarli e dimenticarli come una “muzak” qualsiasi. Eppure, 2 fiori maledetti sei riuscito a coglierli: “The Blue Mask”, che ti ha scaldato il cuore; New York, che ha raccontato la tua città e la tua stessa vita. Poi, a 50 anni, quell’esistenza vissuta sul filo del rasoio si è contrapposta alla morte di 2 fra i tuoi più cari amici. Ed è stata la catarsi di “Magic & Loss”. E avevi compiuto da poco 54 anni, quando ti ho finalmente intervistato. Assaporavi con gusto la godibilità di “Set The Twilight lou_reed_narrowweb__300x3160.jpgReeling” ed eri sereno. Alla fine dell’incontro, stringendoci la mano mi hai detto: “You’re a good guy”. Laurie Anderson, poi, è riuscita a scalfire il tuo cuore di pietra riempiendolo d’amore. E tu, insieme a lei, hai raggiunto l’”Ecstasy” nel dolce abbandono di un “Rock Minuet” danzato a 58 anni. O bianco, o nero. Niente mezze misure, nella tua vita e nella tua carriera. Sei transitato, nel volgere di 8 anni (ne avevi 61 e poi 65 e poi 69) dalla “spoken-word” di “The Raven” (immedesimandoti con la prosa “dark” di Edgar Allan Poe), ai suoni ambientali di “Hudson River Wind Meditations” devoti al Tai Chi, fino a “Lulu”, ennesima “walk on the wild side” giostrata coi Metallica. Buon compleanno, caro Lou. Voltandomi indietro, ti dico grazie. Hai dato un suono (forte, dolce, commovente, urticante) alla mia, di vita. S.B.


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Happy Birthday, Lou Reed di Stefano Bianchiultima modifica: 2012-03-02T18:54:25+01:00da coolmag
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Un pensiero su “Happy Birthday, Lou Reed di Stefano Bianchi

  1. un artista libero e quindi vero nei suoi momenti di splendore
    e in quelli bui vecchio Lou puoi sempre andare a testa alta

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