TERRE VULNERABILI III Hangar Bicocca

 

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Terre Vulnerabili 3/4 Alcuni camminano nella pioggia, altri semplicemente si bagnano* con gli artisti: Massimo Bartolini / Ludovica Carbotta / Marcellvs L. / Franz West (*Roger Miller)

La terza mostra del progetto Terre Vulnerabili – a growing exhibition quattro mostre che crescono e si innestano mutando una nell’altra Da ottobre 2010 ad aprile 2011 progetto di Chiara Bertola curato con Andrea Lissoni

Prosegue con la mostra Alcuni camminano nella pioggia, altri semplicemente si bagnano il terzo quarto del progetto Terre Vulnerabili sotto la direzione artistica di Chiara Bertola all’HangarBicocca, contrassegnata dal tema della vulnerabilità. Un progetto fortemente innovativo, sia nel suo farsi – le mostre hanno preso man mano forma attraverso vari incontri tra gli artisti, ciascuno dei quali ha modulato il proprio lavoro accordandolo a quello degli altri – sia nella modalità di esposizione – quattro mostre per un periodo di sette mesi, in quattro fasi come quelle lunari (l’ultima ad aprile) per un totale di trenta artisti internazionali ed altrettante opere che crescono negli spazi.

La terza mostra vede la presenza di quattro nuovi artisti, nomi noti come Massimo Bartolini, Marcellvs L. e Franz West, e di una giovane promessa come Ludovica Carbotta, selezionata per il Progetto Chiavi in mano sostenuto da Fondazione Cariplo, allo scopo di dare gli strumenti necessari di formazione, produzione, divulgazione e promozione del proprio lavoro a chi esordisce nel mondo dell’arte contemporanea.

Il titolo della terza fase di Terre Vulnerabili, Alcuni camminano nella pioggia altri semplicemente si bagnano, rappresenta più un’indicazione di atmosfera, un’accensione, una direzione da prendere mentre si entra nella mostra, provando a tenere in mente che lasciarsi bagnare dalla pioggia significa anche entrare senza protezioni. HB veduta d'insieme 2.jpgLa suggestione che può quindi fare da ponte fra la seconda e la terza fase di Terre Vulnerabili è lasciarsi pervadere dalle sensazioni e da uno stato che si attraversa e dal quale allo stesso tempo si è attraversati: si tratta di essere consapevoli che in quel momento ci si sta bagnando e cioè che si sta entrando in assonanza con qualcosa di imprevisto e che si decide di non evitare. Non ci sono quindi chiavi interpretative obbligatorie piuttosto l’invito a lasciarsi andare e trasportare dai vuoti e dai pieni, dalle luci e dalle ombre, dagli elementi impercettibili e dalle emozioni, dai suoni delicati e da quelli più forti, come può accadere con l’installazione di Marcellvs L., che ha registra i suoni eterodossi e perturbanti prodotti dal trasporto di un pianoforte a coda sui canali della laguna veneziana e ha preso il posto delle dissonanze create dagli omonimi vasi di ghiaccio ora scomparsi di Elisabetta Di Maggio, che si ritrova nello Shed con una serie di meticolose incisioni sul gesso di Terre. Anche Wax, Relax di Invernomuto inizia a sciogliersi lentamente, mentre dal lato opposto il labirinto di Yona Friedman acquista un piano, rendendosi così ulteriormente disponibile ad accogliere opere degli artisti in mostra, come accade per il ready-made di Margherita Morgantin e per l’intervento di Adele Prosdocimi. Così come Mona Lisa dei Gelitin, anche l’opera di Alice Cattaneo ha cambiato non solo configurazione ma anche luogo. Insieme, ridefiniscono completamente i volumi, i pesi ed il tono delle due navate dell’Hangar, arricchite dalle nuove opere di Massimo Bartolini e di Ludovica Carbotta, che hanno optato entrambi per svilupparsi in verticalità dialogando con l’architettura dello spazio. È la strada intrapresa anche da Franz West, che accende un registro visivo inedito e straniante nella verticalità dell’Hangar sin qui simbolicamente presidiata dalle Torri di Anselm Kiefer.

I quattro artisti che si aggiungono al gruppo rappresentano nuovamente personalità molto diverse tra loro, con lavori differenti per dimensioni e materiali, alcuni di forte impatto emozionale, altri più concettuali; in tutti il concetto di vulnerabilità è declinato in modo personale. Tutti sono site-specific per lo straordinario spazio di HangarBicocca, che ogni artista ha utilizzato secondo la propria poetica.

Tutte le attività di HangarBicocca sono rese possibili grazie al contributo di: Soci fondatori: Regione Lombardia, Camera di Commercio di Milano e Prelios Soci Partecipanti: Mba Group, Ogilvy e The Family Per il Cubo: BNL Gruppo BNP Paribas Partner: Fondazione Corriere della Sera, BPM Banca Popolare di Milano, Dhl, Erco, Mainsoft e April Media Partners: Mymi, Telesia e University.it Per il Dipartimento Educativo: Rottapharm e Trivioquadrivio

Opening: giovedì 10 marzo 2011 dalle ore 20.00 Date: dall’11 marzo, l’ultimo quarto l’11 aprile Sede: HangarBicocca, Via Chiese 2 (traversa V.le Sarca) Orario: tutti i giorni dalle 11.00 alle 19.00, giovedì dalle 14.30 fino alle 22.00, lunedì chiuso Ingresso: intero 8 euro, ridotto 6 euro Informazioni: info@hangarbicocca.it / www.hangarbicocca.it

Testo e foto a cura dell’Ufficio Stampa Lucia Crespi

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TERRE VULNERABILI III Hangar Bicoccaultima modifica: 2011-03-10T10:00:52+01:00da coolmag
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