“Pina” in dvd, lo straordinario film per PINA BAUSCH di WIM WENDERS

 5362570a00660da5fa610d605a130df2.jpgIl film pina, con il Tannztheater Wuppertal Pina Bausch, è il tributo di Wim Wenders all’arte unica e visionaria della grande coreografa tedesca, morta nell’estate del 2009. pina è un film per Pina Bausch di Wim Wenders. Il regista ci guida in un viaggio sensuale e di grande impatto visivo, seguendo gli artisti della leggendaria compagnia sulla scena e fuori, nella città di Wuppertal, il luogo che per 35 anni è stato la casa e il cuore della creatività di Pina Bausch. C

Dopo la morte improvvisa di Pina Bausch, avvenuta nell’estate del 2009 durante la preparazione delle riprese, Wim Wenders ha attraversato un periodo di lutto e di riflessione, in cui è stato costretto a ripensare completamente la sua idea iniziale di fare un film su Pina Bausch. Il risultato è stato un film per Pina Bausch, realizzato utilizzando le coreografie che avevano scelto insieme – “Café Müller”, “Le Sacre du printemps”, “Vollmond” e “Kontakthof” – insieme a immagini e file audio della sua vita privata, e a riprese in 3D di alcuni membri della compagnia che nella primavera del 2010 hanno danzato ricordi personali dell’artista scomparsa, della sua natura meticolosa, critica e appassionata. Nei loro vent’anni di amicizia, Wim Wenders e Pina Bausch non hanno mai abbandonato l’idea di fare un film insieme sulla danza. Ma solo oggi, grazie alle nuove possibilità offerte dalla tecnologia digitale 3D, Wenders ha avuto gli strumenti estetici per portare sul grande schermo la plasticità e le emozioni dello straordinario e innovativo teatro-danza della Bausch. Solo oggi, finalmente, è possibile trasferire sul grande schermo la dimensione dello spazio in cui avvengono danza e movimento, e in cui il nuovo cinema tridimensionale può accompagnare lo spettatore in un sensuale viaggio di scoperta.

CREATRICE DI UNA NUOVA FORMA D’ARTE No, non c’era nessun uragano che spazzava il palcoscenicoun-film-per-pina-bausch-di-wim-wenders-L-RSrfg_.jpeg c’erano solo… persone che danzavano, che si muovevano in modo diverso da quello che conoscevo e che mi commuovevano come mai nient’altro prima. Dopo pochi istanti avevo già un groppo in gola, e dopo qualche minuto di stupore incredulo ho dato libero sfogo ai miei sentimenti, e ho pianto senza ritegno. Non mi era mai successo… Forse nella vita, a volte al cinema, ma non guardando le prove di uno spettacolo – di danza, per giunta. Quella non era danza, né pantomima o balletto, e meno che mai opera. Pina è, lo sapete, la creatrice di una nuova arte. Il Tanztheater – teatro-danza.

MOVIMENTO Il movimento in sé non mi aveva mai emozionato, lo davo per scontato. Uno si muove, e basta. Tutto si muove. Solo attraverso il Tanztheater di Pina ho imparato ad apprezzare movimenti, gesti, pose, comportamenti, il linguaggio del corpo, e a rispettarli. Ogni volta che vedo una sua coreografia, anche per la centesima volta, resto come folgorato e ri-imparo che la cosa più ovvia e più semplice è anche la più commovente: custodiamo un tesoro nel nostro corpo! La capacità di esprimerci senza parole. E quante storie possono essere raccontate senza pronunciare una sola frase. Dal suo intervento al Premio Goethe 2008 assegnato dalla città di Francoforte a Pina Bausch

PINA-Wim-Wenders-directing-big.jpg Il film PINA è stato girato a Wuppertal in tre fasi: nell’autunno del 2009, e in primavera ed estate del 2010. Nella prima fase, “Café Müller”, “Le sacre du printemps” e “Vollmond” sono stati eseguiti dal vivo sul palco del Teatro dell’Opera di Wuppertal, in alcuni casi col pubblico, e registrati per intero. La complessa registrazione in 3D è stata resa ancora più impegnativa dalle difficoltà delle riprese dal vivo, perché la registrazione non poteva essere interrotta o ripetuta. Un procedimento che ha richiesto un grosso lavoro di preparazione e pianificazione. Per la composizione della immagini in 3D Wenders ha arruolato uno dei massimi esperti e pionieri della stereografia 3D, Alain Derobe. Derobe ha messo a punto una speciale attrezzatura da ripresa montata su una gru. Per creare la profondità di un ambiente è molto importante seguire da vicino i danzatori. “Di solito, in un film di danza, piazziamo le cineprese davanti al palcoscenico”, spiega Derobe. “Per pina, invece, le abbiamo messe in mezzo ai danzatori. La camera danza letteralmente con loro. Quindi, ogni membro della troupe doveva conoscere la coreografia, sapere esattamente come si sarebbero mossi i danzatori perché la cinepresa potesse seguirliwim_wenders_pina.jpg senza intralciare”. Derobe è stato affiancato da François Garnier, come supervisore, anche lui entusiasta all’idea di affrontare la sfida della danza in 3D. “Non possiamo interrompere il ballerino mentre danza, dobbiamo filmare sequenze più lunghe. Il problema è restargli sempre vicini con la cinepresa, anche quando si muove.” Nonostante le difficoltà, Garnier è sicuro del mezzo: “Poiché la danza è per sua stessa natura movimento nello spazio, la tecnologia 3D è il mezzo ideale per riprodurla. E’ in grado di offrire tutto lo spazio, tutta l’azione e tutto il movimento – una sensazione fisica molto più efficace di qualsiasi altra riflessione intellettuale. Col 3D, il cinema fa un salto di livello”. Nella seconda fase della lavorazione, la troupe ha ripreso un altro classico della prima Bausch, “Kontakthof”, stavolta senza il pubblico. Wenders lo ha filmato nei tre diversi cast voluti dalla coreografa: con la compagnia del Tantztheater Wuppertal, con uomini e donne fra i 65 e gli 80 anni e con adolescenti dai 14 anni in su. Per gli assoli, i danzatori della compagnia hanno abbandonato lo spazio scenico e si sono esibiti in luoghi pubblici, stabilimenti industriali, nelle campagne del Bergisches Land e sotto la ferrovia sospesa di Wuppertal.

PINA.jpgPina vedeva col cuore, fino allo sfinimento, non si risparmiava. E guardando, strizzava gli occhi, così pieni di affetto e di senso critico insieme. Ma sempre amorevole, senza mai esporti. Sostenendoti, senza giudicare. “Bisogna essere crudeli per essere gentili”, dice un bel verso di una canzone di Elvis Costello. La più grande delle arti, nell’interazione con gli altri, è tirare fuori il meglio da ognuno e renderlo visibile. In questo, Pina era straordinaria. Voi danzatori lo sapete meglio di me. Siete stati per anni, molti di voi per decenni, l’orchestra dello sguardo di Pina ‒ ognuno uno strumento unico. Lei ha permesso a ognuno di voi, con amore ma anche con rigore, di non nascondere il meglio di sé, e rivelarlo. E ha permesso a noi, il suo pubbico, di condividere il suo sguardo e aprire gli occhi, per vedere noi stessi e il linguaggio nascosto dentro di noi. Dal discorso tenuto alla commemorazione di Pina Bausch il 4 settembre 2009 al Teatro dell’Opera di Wuppertal

IL TANZTHEATER WUPPERTAL PINA BAUSCH Gli inizi sono stati difficili per Pina Bausch, quando ha assunto pina-main-thumb.jpgla direzione del Dipartimento Danza del Wuppertal Theater, per la stagione 1973/74: la forma di spettacolo che aveva sviluppato nel corso degli anni, una combinazione di danza e teatro, era troppo insolita. I suoi artisti non danzavano soltanto, parlavano, cantavano, a volte piangevano o ridevano anche. Ma questa sua svolta non-convenzionale alla fine ha prevalso. Da Wuppertal è partita una rivoluzione che ha emancipato e ridefinito la danza in tutto il mondo. Il Tanztheater si è affermato come un fenomeno artistico a sé, che ha influenzato sia il teatro che il balletto classico, oltre a tanti coreografi internazionali. Un successo che dipende dal fatto che Pina Bausch ha messo al centro del suo lavoro un bisogno universale: il bisogno di amore, di vicinanza, di sicurezza. Per questo, ha sviluppato una forma di lavoro aperta, in grado di incorporare le più diverse influenze culturali. Nelle sue escursioni poetiche ha indagato quello che più ci avvicina al nostro bisogno di amore e quello che ce ne allontana. Il suo è un teatro globale che non ha la pretesa di insegnare niente al suo pubblico, piuttosto vuole offrirgli esperienze: gioiose o malinconiche, gentili o conflittuali, a volte perfino buffe e stravaganti. Sono immagini vivide e toccanti di paesaggi interni che esplorano a fondo la condizione umana senza mai abbandonare la speranza che il bisogno di amore trovi soddisfazione. Speranza e realismo sono elementi centrali nel teatro-danza di Pina Bausch: ogni suo lavoro è legato a situazioni che gli spettatori conoscono o che potrebbero conoscere in prima persona. Le opere create da Pina Bausch nei suoi 36 anni a Wuppertal offrono un ritratto lucido e spietato della realtà, ma al tempo stesso incoraggiano ognuno di noi a perseguire i suoi sogni e i suoi desideri. E il Tanztheater Wuppertal porterà avanti il suo lavoro, in futuro, con lo stesso rigore di sempre. Da: www.pina-bausch.de

pina_wenders3_edited-1.jpgPINA BAUSCH SUL SUO LAVORO DOMANDE “Le domande servono ad affrontare con grande attenzione un argomento. E’ un modo di lavorare molto aperto e insieme accurato. Io so sempre cosa sto cercando, ma lo so emotivamente, non con la testa. Non faccio mai domande dirette: sarebbe troppo brusco, e le risposte sarebbero banali. Metto da parte quello che sto cercando, almeno con le parole, ma devo riuscire con molta pazienza a rivelarlo, a farlo emergere. Quando trovo qualcosa, lo riconosco: è quello che sto cercando. Allora sono felice, ma non lo dico. I danzatori non sanno che cosa cerco o cosa trovo di speciale e prezioso. Fa parte dalla fiducia reciproca che deve esserci in questo lavoro. Tutti devono sentirsi liberi di proporre qualsiasi cosa, senza inibizioni. Se ti tieni dentro qualcosa, i tuoi pensieri cominciano a girarci intorno e non te ne sbarazzi più. Però, se la tiri fuori, possono affiorare anche altre cose…”

RICERCARE “Ogni dettaglio è importante, perché anche il più piccolo cambiamento crea un effetto diverso. Tutto il materiale che troviamo durante le prove viene esaminato attentamente per capire se ‘tiene’ anche nelle condizioni più difficili. Non lascio passare niente che non mi convinca. Ogni dettaglio viene passa attraverso una serie di trasformazioni, finché non trova una sua collocazione. Ci vuole tempo, ogni volta, perché il processo si metta in moto. Basta trascurare una piccola cosa e il lavoro può prendere la direzione sbagliata, e diventare difficile da correggere. Ci vogliono precisione, onestà e molto coraggio. Noitumblr_ljfky3sMya1qhgzlxo1_500.jpg mostriamo qualcosa di personale che però non è privato: un pezzetto di qualcosa che riguarda tutti. Per trovarlo ci vogliono una grande pazienza e la volontà di continuare a cercare”.

TROVARE QUALCOSA CHE NON HA BISOGNO DI DOMANDE “Non ho mai voluto inventare uno stile personale o un nuovo tipo di teatro. La forma è emersa praticamente da sola: dalle domande che mi facevo. Nel mio lavoro ho sempre cercato qualcosa che non sapevo cosa fosse. E’ una ricerca continua, anche dolorosa – una lotta. Cercando, non puoi affidarti a niente, né alla tradizione né alla routine. Non hai appigli: sei da sola, di fronte alla vita e alle esperienze che fai, e devi provare tutto su di te per fare emergere, o anche solo intravedere, quello che hai sempre saputo. Devi trovare qualcosa che non ha bisogno di domande”. Da: “Trovare qualcosa che non ha bisogno di risposte” di Pina Bausch. 2007 Kyoto Prize Workshop in Arts and Philosophy.

Premiato agli European Film Awards 2011 per il miglior documentario. Candidato a rappresentare la Germania agli Oscar® 2012. IN VENDITA: IN DVD COLLECTOR’S EDITION (2 DISCHI) IN BLU RAY DISC (2D E 3 D): È la prima volta che il cinema d’autore si sposa con una tecnologia così avanzata, ottenendo dei risultati senza precedenti, restituiti in pieno nella versione 3D disponibile in questa versione (in real 3D) Regia: Win Wanders Cast: Pna Bausch, Regina Advento, Malou Airaudo, Ruth Amarante, Rainer Behr Durata: 106′ Produzione: Germania, Francia, Gran Bretagna Anno 2011 Contenuti speciali: Scene eliminate (45′);Making of (40′); Intervista esclusiva a Win Wenders 820′); Commento audio del regista; Tailer Cinematografico

www.bimfilm.com

Testo e foto a cura dell’Ufficio Stampa 01 DISTRIBUTION

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“Pina” in dvd, lo straordinario film per PINA BAUSCH di WIM WENDERSultima modifica: 2012-02-23T09:54:00+01:00da coolmag
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