Gino Vannelli, . Ieri sera, 27 febbraio, al Blue Note di Milano

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I grandi artisti sono soprattutto uomini liberi. Gino Vannelli, musicista puro e di valore assoluto, è uno di questi. Ieri sera, 27 febbraio, al Blue Note di Milano, Vannelli si è presentato con una formazione decisamente insolita: accompagnato da Mario Rosina al pianoforte, Riccardo Fioravanti al contrabbasso e dal quartetto d’archi Alchimia, ha proposto 2 set di musica passionale, vera, alta, riscuotendo un successo clamoroso. Ebbene sì: sono un “vannelliano” di stretta osservanza, l’ho visto dal vivo parecchie volte, ma sempre con formazioni elettriche tradizionali. Mi mancava, in buona sostanza, un concerto acustico (una volta si diceva “unplugged”), ma ero fiducioso. E sapevo che sarebbe stata una grande serata. Gino Vannelli, che può contare su un repertorio mostruoso (80 milioni di dischi venduti) ha organizzato e presentato una scaletta che ha spaziato da pezzi più recenti come “This Day On” e A Good Thing” (che dà il titolo al suo nuovo disco) interpretata per piano e voce, a grandi classici come I Just Wanna Stop”, “Wild Horses”, Brother To Brother” e l’immancabile “People Gotta Move”.Ma totalmente stravolti, riarrangiati, riorganizzati. Provate a immaginarvi la Penguin Café Orchestra con Herbie Hancock al pianoforte e  l’immensa voce di Vannelli a fare da collante. Non ho altro da aggiungere. Che notte, ieri notte, al Blue Note! C.C.

Gino Vannelli, . Ieri sera, 27 febbraio, al Blue Note di Milanoultima modifica: 2010-02-28T18:34:30+01:00da coolmag
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