Oscar a Renée Zellweger Miglior Attrice Protagonista del biopic Judy

epaselect epa08207989 Renee Zelllweger accepts the Oscar for Performance by an Actress in a Leading Role for 'Judy' during the 92nd annual Academy Awards ceremony at the Dolby Theatre in Hollywood, California, USA, 09 February 2020. The Oscars are presented for outstanding individual or collective efforts in filmmaking in 24 categories. EPA/ETIENNE LAURENT

Dopo il Golden Globe, il BAFTA e il London Critics Circle Film Awards, la struggente, emozionante interpretazione della diva Judy Garland nel biopic Judy ha regalato a Renée Zellweger il premio più ambito: l’Oscar come Miglior Attrice Protagonista. L’attrice, alla sua seconda statuetta dopo la vittoria nel 2004 per Ritorno a Cold Mountain, sul palco, dopo aver ringraziato il cast, le colleghe in gara e molte altre persone tra cui i genitori, si è detta “Orgogliosa di aver potuto celebrare Judy Garland (50° anniversario della morte). Sono i migliori di noi ad ispirarci, donne e uomini coraggiosi, eroi non sempre celebrati. Questo momento è un’estensione dell’eredità di Judy. Judy non ha ricevuto questo onore – ha aggiunto guardando la statuetta dell’Academy stretta tra le mani – e sono sicura che questo momento è un’estensione della sua eredità, un modo per celebrare unicità ed eccezionalità che sono ciò che ci ha lasciato e che va al di là di ogni singolo successo“. La pellicola era stata presentata con grande successo alla 44esima edizione del TIFF – Toronto International Film Festival e alla 14esima edizione della Festa del Cinema di Roma, arriva nelle sale italiane Judy, l’attesissimo ed emozionante biopic in cui l’attrice premio Oscar Renée Zellweger interpreta Judy Garland, leggendaria icona internazionale e protagonista di enormi successi come Il mago di Oz (80° anniversario), È nata una stella e Incontriamoci a St. Louis. Il film – attraverso flashback che regalano alcune delle performance più eccezionali della sua carriera – esplora in particolare l’ultimo periodo della vita della Garland, prima della sua morte, tra amori tormentati, drammi familiari e il costante amore dei suoi fan. A dirigere il film è Rupert Goold (True Story), mentre a completare il cast, tra gli altri, sono Rufus Sewell (Dark City, L’uomo nell’alto castello), Jessie Buckley (A proposito di Rose, Chernobyl), Michael Gambon (Il mistero di Sleepy Hollow, la saga di Harry Potter) e Finn Wittrock (The Normal Heart, American Horror Story).

judyL’ultimo periodo della vita della grande attrice e cantante Judy Garland, sul finire di una carriera sfolgorante iniziata giovanissima con la Dorothy del Mago di Oz. Un mix di fama e successo, fra Oscar® e Golden Globe, e poi le battaglie con il suo management, i rapporti con i musicisti, i fan, i suoi amori tormentati e il dramma familiare che la spinse a fare i bagagli e a trasferirsi a Londra. In quegli anni ci ha regalato alcune delle performance più iconiche della sua carriera intonando la famosissima “Over the rainbow”.

Fino al 1969 Judy Garland si è esibita in teatro e al cinema con una carriera durata oltre quarant’anni, conquistando tutto il mondo con il suo spirito, la sua intensità e le sue incredibili doti vocali.

“Sono solo una delle milioni di persone che si sono innamorate di lei”, dice Renée Zellweger straordinaria protagonista nel film Judy. “È amata e venerata a livello internazionale, come probabilmente la più grande performer che sia mai esistita”. Eppure, nonostante ciò, il 1969 vide una Garland molto diversa dalla baby star degli anni ’30 e la celebrità hollywoodiana degli anni ’40 e ’50. La vita dura l’aveva resa inaffidabile e, mentre il lavoro diminuiva, si era indebitata e aveva perso la casa. Nel tentativo di guadagnare denaro per provvedere ai suoi figli piccoli, Judy ha accettato un lavoro redditizio, cantando per una stagione di cinque settimane a Londra al Talk of the Town, l’elegante night club di Bernard Delfont.

Londra è stata l’ultima risorsa per Judy in molti modi, afferma lo sceneggiatore Tom Edge: “Londra era uno degli ultimi posti di cui Judy aveva ancora dei ricordi affascinanti e spensierati. Per Judy era sia un’ancora di salvezza che un’opportunità per dimostrare a se stessa e agli altri che poteva ancora farcela”.

Rosalyn Wilder, assunta da The Talk of the Town per occuparsi di Judy durante la sua permanenza, ha ricordato l’enorme cambiamento che aveva attraversato Londra nel decennio precedente, rendendola una mecca culturale: “Non c’era la buona cucina, la cultura, la moda; poi ad un tratto è arrivato tutto, tutto. Le persone avevano i soldi, le persone volevano vedere spettacoli, le persone volevano andare fuori, fare cose e essere viste”.

È stato il periodo che il drammaturgo Peter Quilter ha esaminato nel suo successo teatrale, “End of the Rainbow”, che il produttore del film, David Livingstone, ha visto e da cui è stato ispirato per sviluppare un’analisi più profonda del personaggio di questa icona globale.

Dopo aver acquisito i diritti sullo spettacolo di Quilter, Livingstone si è affidato al premiato scrittore Tom Edge per tradurlo sul grande schermo: “David mi ha chiesto di dare un’occhiata a quell’opera, poiché sentiva che c’era una grande storia da raccontare a proposito del periodo di Garland a Londra. Non sapevo molto di lei – forse portavo con me il cliché della Garland. Ma mentre iniziavo a guardare le sue interviste televisive dalla fine degli anni ’60, ho visto subito che si trattava di una donna che era davvero appassionata, arguta, acuta e consapevole di sé – una donna che conosceva i cliché esistenti su di lei ed era disposta a giocarci. Scrivere quel personaggio, cercando di trovare la mia versione della Garland, mi è sembrata una grande sfida”.

Edge ha ampliato la portata della storia includendo scorci sul passato di Judy, per aiutare il pubblico a capire meglio la Judy che vedono sullo schermo. Ma era anche deciso a non far percepire Judy come una vittima del suo passato – era una sopravvissuta e non si arrese mai – era questa qualità che tanto ispirava le sue legioni di fan e che Edge desiderava celebrare alla fine della sua sceneggiatura.

“David mi parlava del film già da alcuni anni”, dice Cameron McCracken, uno dei produttori esecutivi del film e Managing Director di Pathe, principale finanziatore e distributore del film, “Ma ero titubante, per la percezione generale di Judy come figura tragica. Ciò che mi ha fatto cambiare idea è stata la sceneggiatura che David ha sviluppato con Tom. Non si è allontanato dalle tragedie della vita di Judy, ma è riuscito a celebrare il suo genio e il suo spirito indomito – è stata mostrata come una figura ispiratrice piuttosto che tragica. E il finale del film è stato meravigliosamente edificante!”. Questa forte reazione al materiale è stata condivisa da BBC Films e Ingenious Media, che sono entrati subito a far parte della produzione.

Per il pluripremiato regista, Rupert Goold, “Una delle cose che mi ha davvero attratto della sceneggiatura è che riguardasse in particolare due momenti della carriera di Judy: l’inizio e la fine. Il film sarebbe potuto diventare una sorta di opera passionale sulla tragica fine e apoteosi di una specie di santa secolare. Sia una storia sulle origini che di una redenzione finale”.

Questo equilibrio di come il passato trasformi il presente e di come le performance nascondano la realtà, ha affascinato Goold: “Garland è una star di Hollywood all’antica. È remota, come lo sono tutte le stelle dell’età dell’oro, ma ero interessato al mondo in cui bilanciare la leggenda con la donna umana e reale: la madre e il mito. Ciò che sembrava molto umano era l’esplorazione nella sceneggiatura del bisogno di Judy di trovare l’amore e di trovare una casa – dopo tutto “non c’è un posto come casa” – per trovare la normalità”.

Portare la storia lontano dalla consueta struttura del biopic – uno sprint cronologico attraverso i “pezzi migliori” della vita di una persona – e invece concentrarsi in profondità su un particolare momento, è stato anche un importante punto di forza per la sua attrice protagonista, Renée Zellweger: “Pensavo che in questo film ci fosse l’opportunità di esplorare qualcosa che non viene spesso considerata quando si pensa a questa personalità immensa – cosa lei riponeva nel suo lavoro e quanto ciò le sia costato. Questo era un periodo della sua vita in cui lavorava perché aveva bisogno di lavorare, ma fisicamente aveva bisogno di riposare. La sua voce, la cosa che le dà valore e autostima, è anche la cosa che lei sta distruggendo, pur di prendersi cura dei suoi figli”.

Il film analizza anche il perché le performance di Judy le abbiano tolto tanto. “La maggior parte delle persone mette una maschera di fronte alla telecamera o ad un pubblico”, dice Zellweger, “Penso che con Judy, invece, si veda la persona vera”.

“Penso che si sia come capovolta e abbia portato ogni singola sensazione, esperienza, relazione e sogno all’esterno del suo corpo”, aggiunge Jessie Buckley, che interpreta Rosalyn Wilder.

Rufus Sewell, che interpreta Sid Luft, è d’accordo. “Riesce a prendere qualsiasi canzone e caricarla di tutta la sua esperienza personale, un barlume di qualcosa di molto più grande; fa sentire la canzone come la punta di un iceberg”.

La sua capacità di sopravvivere a una vita di performance estenuanti era anche qualcosa che Edge voleva enfatizzare nella sua sceneggiatura: “Mi sono reso conto che la Garland che immaginavo era unidimensionale, e in realtà si trattava di una donna che racchiudeva molto di più”.

Anche il catturare quelle sfumature nel personaggio e lo spirito divertente che Judy non aveva mai perso è stato un fattore importante per il regista Rupert Goold: “Ero interessato a cercare di riconnettermi con il suo lato sexy, spiritoso, pericoloso ed emotivamente disponibile”.

Trailer: https://youtu.be/LF97ql29Jhs

Testo e foto a cura dell’Ufficio Stampa Notorius

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Oscar a Renée Zellweger Miglior Attrice Protagonista del biopic Judyultima modifica: 2020-02-10T00:00:57+01:00da coolmag
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