Interventi di Paul Harding (Pulitzer 2010) – Michael Cunningham (Pulitzer 1999) – Rick Moody ( Pen Literary Award 2003) – Susan Ray (moglie di Nicholas Ray) – William Friedkin (Oscar 1972-Golden Globe 1972/1974) – Enrico Ghezzi Sono tutti lì schierati in attesa del solito tran tran di domande ma già alla prima – a proposito del 4 luglio, cosa vuol dire essere americani oggi,?- scattano le divergenze e i battibecchi tra gli scrittori. ‘Imbarazzante’, dice Cunningham…Per lo più si parla di un paese che offre enormi opportunità a chi sa coglierle, di un paese complesso fatto di luci e ombre e che crede nel sogno e nella sua realizzazione. Un paese imperfetto dove può accadere di trovare il successo…ma forse non attraverso la via della perfezione. Enrico Ghezzi parte per la tangente e narra di una storia santa, o di una parabola e si attorciglia con le parole, divaga e si perde in altre storie e continua, continua e lo seguiresti ovunque. Forse è il suo gioco per vedere fino a dove può arrivare, per vedere chi avrà il coraggio di fermarlo e interrompere questo diluvio di riferimenti eruditi. E alla fine è proprio il regista di French Connection, Friedkin, a dire basta e a rimettere il dibattito in carreggiata. Peccato, mi stavo divertendo..alla fine Ghezzi ha concluso in sordina con la battuta ‘nessuno è perfetto’ dell’americanissimo film ‘A qualcuno piace caldo’. A proposito della ricerca della perfezione, Samuel Beckett ha detto ‘’ Sbaglia, sbaglia, sbaglia…e sbaglia meglio la prossima volta’’.
Gianna Carrano The Glancer
Foto: Gianna Carrano Sunè
Reposta per primo quest’articolo