La premessa è d’obbligo. Il nuovo film di Ferzan Ozpetek, Mine Vaganti (l’unica cosa più complicata dell’amore è la famiglia), è un bellissimo ritorno alla commedia all’italiana focalizzato (come Io, loro e Lara di Carlo Verdone) sulla centralità della famiglia che vive “ansioticamente” un’epoca dove tutto è apparenza. Figuriamoci al Sud d’Italia. Ozpetek, infatti, indaga su una società che si dichiara moderna e aperta, ma…Qui sta il punto: nel 2010, quali sentimenti può scatenare nella famiglia della borghesia leccese formata dal padre-padrone Antonio Cantore (interpretato da uno straordinario Ennio Fantastichini), titolare dell’omonimo pastificio, e dalla moglie Stefania (Lunetta Savino) scoprire durante la cena che il primogenito maschio Antonio (Alessandro Preziosi) è omosessuale? Antonio, oltretutto, ha subdolamente anticipato l’”outing” del fratello minore Tommaso (Riccardo Scamarcio) il quale, stupito dalla rivelazione, non ammetterà mai la propria omosessualità. Il regista, porta splendidamente alla luce tragedie e ripicche famigliari tratteggiandone contorni leggeri e a volte comici; inanella sequenze di primissimi piani; mette in risalto i protagonisti sottolineando i volti delle attrici: da Elena Sofia Ricci, zia perfetta (la zitella Luciana), alla femminilità che ogni omosessuale invidierebbe (esilaranti le “gags” degli amici gay di Tommaso, in visita a Lecce) della giovane Nicole Grimaudo, la ricca e infelice Alba, figlia del socio in affari. Ma su tutto, svettano le meravigliose espressioni di Ilaria Occhini (nel ruolo della nonna), primadonna del cinema e del teatro. È proprio lei, malgrado la veneranda età, la “mina vagante”, la più “open minded” di tutti. E il suo monito (“Non farti mai dire dagli altri chi devi amare, e chi devi odiare. Sbaglia per conto tuo, sempre”) rimarrà incollato nella memoria. Ozpetek, stavolta, ha davvero superato se stesso. E non solo Le fate ignoranti e Saturno contro.
Eleonora Tarantino
Uscita: 12 marzo 2010 Durata: 116’ Genere: Commedia
