Per 11 secondi così Vale non mollare mai!

Lo sapete ormai, non so tirarmi indietro da queste emozioni. Sono le lotte di chi non arretra, le lotte di chi è stanco e ha solo il cuore, le lotte di chi non si ferma, non si ferma mai.

Ho visto una leonessa. Ho visto una regina. Una portabandiera, una mamma, una donna, una campionessa. 38 anni, 5 olimpiadi, non so quanti ori bronzi e argenti in singolo e a squadre. 78 successi totali in carriera. Una carriera durata oltre 20 anni. Lei: Valentina da Iesi. Lei: poliziotta. Lei: sportiva. Lei.

Le hanno portato via l’ennesimo oro per dare spazio alle giovani promesse italiane, le hanno tolto la vittoria con cattiveria, fin troppa secondo me, per quello che dovrebbe essere il fair play di questo sport: il fioretto.

E lei? Non ha fatto una piega. Ok, a posto, si va in finalina per il terzo/quarto. Ok, non fa niente, un bronzo vale quanto un oro. “E’ stata dura andare in pedana dopo aver perso la possibilità di andare in finale” dirà dopo.

Si sale, “en guarde” dice l’arbitro. E la mente si svuota e attorno non c’è nulla. Solo l’avversaria e la lama. Pochi millimetri di diametro e un solo pensiero. Pochi millimetri che devono entrare nella guardia. Si balla, avanti, tre manche e poi? E poi non si sa. Dolore e domande e rabbia. Le gambe tremano, la stanchezza si fa sentire. Sette anni di differenza con l’avversaria sono tanti, si sentono. Pesano. Però lei c’è. Non al 100% magari, ma c’è. C’è perché non può fare altro, c’è perché sa che tutti la guardano. C’è perché è una stella.

Ultimi trenta secondi. 30. Sotto di due, come in semifinale. Sotto di due, non vale, Vale, non vale, Vale. Si lancia. Sbaglia. Sotto di tre. Venticinque secondi. Non vale, Vale, non vale, Vale. Si lancia, Copre il suo corpo con la mano disarmata. Fallo. 4 stoccate sotto, 19 secondi.

Sudore e rabbia, fiato corto e fatica, stanchezza. Tic-tac-tic-tac. La lancetta scorre inesorabile come gli anni di vita e di sport. 15 secondi 4 stoccate. Quarto posto, quinta olimpiade. I titoli dei giornali. C’è chi ricorda solo i fallimenti. 13 secondi. Parata risposta, moviola richiesta. Colpo non valido. 11 secondi 4 stoccate. È persa, dice l’Italia. Si è spenta la luce, dice il Bel Paese. “No, cazzo. No! Non posso! Per me, per la mia famiglia, per tutti quelli che credono in me!”.

11 secondi. Si lancia. Passo, passo, passo. Tocca!

9 secondi tre stoccate non c’è tregua, non c’è respiro. Cuore che batte e testa protesa. Avanti, avanti, quasi in corsa, e il nemico arretra. Fuori dalla pedana! Punto!

7 secondi, due stoccate. Passo, lei non si muove. Finta, lei attacca. Parata, passo, passo, ancora! Ruggisce la lama, sfrigolano i piedi, lei para, ma arretra…troppo…è fuori, è fuori. Punto!

5 secondi. Una stoccata. Il pareggio, il respiro, poi i supplementari e il golden score. “Non so, non ce la faccio. Non so è finita”.

4 secondi, attesa. 3 secondi. “non mi sono tirata indietro mai”. La paura negli occhi coreani. Il dolore della rabbia nei passi italiani. 2 secondi. Lo scatto filibustiere della disperazione orgogliosa. L’avversaria arretra ed esce. È il punto della rimonta. È il punto degli eroi. Senza guardare, testa alta e intorno niente.

1 minuto. Un solo lunghissimo minuto. Chi tocca vince. Le gambe pesano, la maschera opprime. “Perdere fa male, non sono abituata”. La coreana ha un moto d’orgoglio avanza. “No, non farlo, no! Arriva, è un attimo che dura ore, da sinistra verso destra. Lo vedo. Lo vedo”. Para e rimette, luce verde, luce rossa.

C’è uno spazio infinitesimale che annulla il tempo e pone ore in centesimi. Poi in quello stesso spazio il giudice di gara da il punto a Valentina Vezzali, bronzo olimpico 2012. Lei si accartoccia, crolla e piange. Un pianto senza fine. I polmoni che bruciano. “È finita, una medaglia l’ho portata a casa” singhiozza.

È il pianto della leonessa ferita, ma trionfante, della regina che regge il colpo di stato. Dopo un incidente in auto, dopo le primavere che passano e la grazia che non cede mai il passo all’arroganza della foga. Onore e dignità. E allora piangi grande Vale, perchè ancora una volta ci hai insegnato a non mollare, in soli 11 secondi.

 

Matteo Castelnuovo

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Per 11 secondi così Vale non mollare mai!ultima modifica: 2012-07-29T13:25:00+02:00da coolmag
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Un pensiero su “Per 11 secondi così Vale non mollare mai!

  1. Un grande esempio di vita, per coloro che non trovano le motivazioni per andare avanti e invece basta volerlo mi piego ma non mi spezzo, grande Vezzali e bravo Matteo!
    Eleonora

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